La costituzione della Chiesa libera in Italia avviene a Genova nel 1852. L’idea è quella di unire tutti i protestanti italiani in un’unica chiesa evangelica italiana. “Le Chiese Libere nell’ottocento” ritenevano che la “Libertà in Cristo” fosse:

  • Libertà dallo stato intesa come indipendenza ma non astensione politica;
  • Libertà dai regolamenti: esse non hanno mai voluto un’organizzazione unitaria, perché temevano la nascita di forme prive di vita e di “papismi” mascherati. Sapevano anche che la creazione di un capo o di un consiglio, senza la lunga tradizione valdese o riformata, si traduceva in forme di personalismi dogmatici, che poi portavano a scissioni.
  • Libertà di parola: la libera partecipazione al culto, guidato ma non esercitato in proprio dal ministro. Chiunque, di qualsiasi ceto sociale, poteva proporre un inno, elevare una preghiera, leggere e commentare un brano biblico.

Gli esponenti della Chiesa libera, però, si divisero fra di loro fra politicizzati” e “spirituali che li porterà ad una spaccatura definitiva nel 1870 in occasione dell’auspicata fondazione della Chiesa cristiana libera in Italia. I “Politicizzati” si organizzarono in Chiesa Libera poi in Chiesa Evangelica Italiana. Tentarono di confluire nella Chiesa Valdese ma non furono accettati e furono accolti nella Chiesa Metodista. Gli “Spirituali”, più tardi Chiesa dei Fratelli, ebbero difficoltà a mantenere la loro indipendenza economica, si chiusero poi in un isolamento dagli altri protestanti italiani, stringendosi sempre più ai “Fratelli” inglesi da cui dipendevano economicamente. Oggi sono una denominazione presente in tutto il Paese, che difende con impegno la sua separazione dallo Stato.

Tra il 1965 e il 1969, il professor Domenico Maselli pensò che fosse venuta l’ora di far rivivere le Chiese Libere ottocentesche e tentò di raggruppare formazioni di diverso tipo e denominazione. La rinascita delle Chiese Libere, partì cosi da un nucleo di chiese napoletane e romane, la proposta fu estesa all’AMBI (battisti conservatori), a tutte le Chiese Pentecostali indipendenti e perfino a gruppi di base guidati da ex preti. Il professor Domenico Maselli pensò di fornire una stesura che permetteva di risuscitare le Chiese Libere dell’ottocento, alla ricerca di quelle libertà di cui si è parlato all’inizio. Furono così costruiti due gradi di relazione tra le singole chiese: La Comunione e l’Unione. La Comunione era un fatto puramente spirituale, che permetteva un rapporto tra chiese completamente autonome tra loro. L’ Unione serviva per fornire alle chiese un rapporto con lo Stato mediante l’iscrizione dei Ministri di culto al Ministero dell’Interno. Il progetto non fallì del tutto, ma venne ridimensionato, perché non riuscì a raggiungere le Chiese Pentecostali indipendenti. Rimase cosi un insieme di piccole comunità scioltesi negli anni seguenti ad eccezione della chiesa di Volla che, ancora oggi, fa parte della Comunione delle Chiese Libere insieme alla nuova comunità di Casalnuovo.